Il problema plastica (parte1)

14 Gen , 2025 - ambiente

È noto a tutti il grave danno ambientale che la plastica sta provocando al mare. La logica vorrebbe che si prendano provvedimenti urgenti per bloccare il fenomeno riducendo drasticamente gli imballaggi in plastica mediante provvedimenti legislativi. I nostri politici che si distinguono per la loro insensibilità ambientale (Matteo Salvini improvvisandosi esperto in meteorologia ha dichiarato pubblicamente in barba alle misure effettuate e agli allarmenti dati che i cambiamenti climatici ci sono sempre stati confondendo ere geologiche con anni) invece hanno scelto una strada suicida: puntare sul riciclo che non risolve assolutamente nulla e anzi peggiora il problema della plastica che ogni giorno si riversa in mare uccidendolo e ancor peggio l’Italia sta bloccando provvedimenti europei che invece mirano alla riduzione degli imballaggi plastici prodotti. La domanda che ci poniamo è perché? Non è difficile darsi una risposta, i motivi sono:

Interessi economici: Il settore della plastica in Italia è molto importante, con numerose aziende coinvolte nella produzione e trasformazione. Una riduzione significativa dell’uso comporterebbe un impatto economico notevole, con perdite di posti di lavoro e difficoltà per le imprese.

Infrastrutture esistenti: L’Italia ha investito negli impianti di riciclo, quindi puntare sul riciclo appare una scelta più immediata e meno costosa rispetto a una profonda riorganizzazione del sistema di imballaggio. Cambiare completamente sistema richiede tempo, investimenti ingenti e una complessa riorganizzazione logistica.

Pressione politica: Le pressioni da parte delle lobby industriali e la difficoltà di imporre restrizioni popolari sul consumo di prodotti confezionati possono influenzare le scelte politiche.

Non contano quindi nulla i danni ambientali e le microplastiche che ingeriamo che sono anche causa di tumori

Cosa possiamo fare noi: molto, il consumatore non lo sa ma ha in mano il coltello dalla parte del manico. Si tratta di scegliere i prodotti in modo consapevole lasciando sugli scaffali quelli che usano imballaggi di plastica. L’esempio tipico sono i salumi che ogni supermercato vendo già affettati nelle buste di plastica, basta andare al banco affettati e farseli affettare al momento risparmiando così l’inutile e dannoso imballaggio disincentivando questo tipo di confezionamento. E’ anche utile premiare i marchi che hanno fatto in questo senso scelte ecologiche. Citiamo ad esempio la Barilla che confeziona tutte le sue paste solo in contenitori senza platica e ha sostituito le sue scatole togliendo la finestrella in plastica illustrando il contenuto tramite la sua rappresentazione grafica sulla scatola.

Se si vuole le cose si possono cambiare al di là di chi governa.

Per saperne di piu: https://www.greenpeace.org/italy/storia/26097/plastica-in-mare/


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